La canna fumaria è una componente strutturale indispensabile nella maggior parte delle tipologie di camini e stufe. La sua funzione è quella di convogliare verso l’esterno i fumi che si vengono a formare in occasione della fase di combustione, permettendo l’espulsione di sostanze nocive che diversamente si disperderebbero nella stanza, finendo per essere respirate dagli abitanti della casa.

Questa operazione è detta tiraggio e fa riferimento alla forza attraverso cui l’apparecchio riesce a tirare il fumo che si sprigiona durante la combustione. È il tiraggio che permette alla stufa o al caminetto di funzionare correttamente.

La canna fumaria rappresenta in sostanza la forza motrice della stufa e non è un elemento che agisce in maniera passiva, dal momento che indirizza i fumi affinché non vadano in altre direzioni. 

Com’è fatta una canna fumaria

La struttura della canna fumaria prevede l’impiego di mattoni, pietruzze o cemento. Al suo interno si trova un tubo che può essere di diversi materiali: nella maggior parte dei casi viene impiegato l’acciaio inossidabile.

I fumi confluiscono nel tubo principale tramite un canale di fumo, che ne permette il trasporto nella zona verticale vera e propria. C’è poi un’ultima parte, il comignolo, attraverso cui avviene il rilascio delle sostanze all’esterno della casa.

L’importanza di un tiraggio equilibrato

Il tiraggio può essere prodotto in maniera più o meno forte, in relazione alle dimensioni della canna fumaria e alla sua forza. L’importante è che sia proporzionale rispetto alla potenza della stufa: maggiore è la produzione di sostanze nocive, più occorre che la canna fumaria sia performante. 

Un discorso che vale anche quando si va a sostituire un caminetto o una stufa, in quanto la prima verifica da fare è proprio inerente alla pertinenza della canna fumaria esistente.

Il tiraggio è importante quindi che sia bilanciato, ovvero che non agisca in maniera eccessiva, né in un senso né tantomeno nell’altro. 

Cosa fare quando la canna fumaria non funziona bene

Quando la canna fumaria tira troppo l’aria si muove nella stufa con un eccesso di velocità e può provocare un fenomeno noto come “strappo della fiamma”, il quale comporta lo spegnimento del fuoco. 

Ma c’è un’altra conseguenza: la dispersione di una notevole gran quantità di fumo, a fronte di una minore propagazione del calore nell’ambiente. Per risolvere tale problematica è necessario predisporre una canna di dimensioni più piccole, qualcosa che è possibile fare inserendo un regolatore di tiraggio: una valvola che va a regolare in maniera automatica e precisa l’espulsione dei fumi.

Se invece la canna fumaria presenta un difetto di tiraggio, ovvero tira troppo poco, il problema è più complesso da risolvere, in quanto si verificano le seguenti eventualità:

  • La legna ha difficoltà a prender fuoco.
  • Nella camera di combustione si forma una quantità eccessiva di fumo: il vetro tende a diventare nero e la fiamma a rosseggiare.
  • All’uscita del comignolo si percepisce del fumo scuro.

Per rimediare al problema occorre un intervento più radicale che comporta la sostituzione della canna o al massimo un suo allungamento.

Canna fumaria: ci sono differenze per pellet e legna?

Partiamo dalle similitudini. La normativa, i materiali e il procedimento rispetto all’installazione sono i medesimi per i camini e le stufe a pellet come a legna.
La differenza sta nel diametro: tra gli 8 e i 13 cm nel caso degli apparecchi a pellet; tra i 13 e i 25 cm per quelli a legna. Il perché di tale esigenza progettuale è da ricercare nella minore produzione di fumi nelle soluzioni a pellet, che richiedono quindi una canna fumaria più piccola.

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